Viaggio della Memoria: 27 gennaio 2019 – prima parte


Il terzo giorno, dopo una ricca colazione, siamo saliti sull’autobus per dirigerci verso le miniere di sale. Il tragitto era breve e siamo arrivati a destinazione per le 8.30. Dopo alcune foto che hanno immortalato le nostre facce stanche e assonnate, siamo entrati nell’ingresso delle miniere; ci hanno consegnato gli auricolari e poi abbiamo subito cominciato a scendere una scala, con più di 380 scalini per arrivare a una profondità di ben 64 metri!
Ed eccoci al primo livello, inghiottiti in un mondo surreale. La voce della guida, risuonava nelle cuffiette, mentre osservavamo le incredibili stanze di sale. All’inizio non credevo potesse essere vero che sculture perfette potessero essere state scolpite con del sale, e invece è proprio così. Abbiamo visto le ricostruzioni delle macine e degli strumenti che venivano usati dai miniatori, tutto reso più realistico dagli effetti sonori e dai video proiettati sulle pareti delle sale.
Passava il tempo e in un attimo abbiamo raggiunto il secondo e poi il terzo livello, fino alla cappella interamente costruita col salgemma, e dopo aver assistito alla ricostruzione delle esplosioni che avvenivano nelle miniere, abbiamo ascoltato la musica di Chopin che accompagnava uno spettacolo di luci sulla riva di un lago salino.
È stata un’esperienza fantastica: ci siamo imbattuti in laghi sotterranei dalle verdi acque, statue intagliate nel sale, stanze abbellite da bassorilievi, strumenti da lavoro e lampadari luccicanti impreziositi da cristalli di sale.
Usciti, siamo risaliti sul pullman per recarci in un tipico locale del posto, dove i camerieri indossavano abiti della loro tradizione. Siamo stati accolti da un’atmosfera intima e profonda, oltre che da una cucina buona e genuina. E poi, tra chiacchiere e risate, ci siamo incamminati alla scoperta di Cracovia, una città che spesso viene descritta come un paese grigio e triste, ma dove in realtà si respira un’aria vivace e tutt’altro che tetra.

Flavia Casagrande, 3G

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