Una storia nella Storia: intervista a Napoleone Bonaparte


Giornalista:  Buongiorno sig. Napoleone Bonaparte e benvenuto nel nostro WebJ!!!
Lei si trova su un’emittente italiana per cui immaginerà di certo quale potrà essere la nostra prima domanda…  Cosa è accaduto alle opere d’arte saccheggiate in Italia durante la campagna del 1796 e in quelle successive?

Napoleone: Ho disposto e coordinato io stesso le operazioni di prelevamento delle opere. Ho dato ordine alle mie truppe di procedere e, a un gruppo di commissari scelti, di individuare i capolavori artistici più significativi da portare in Francia. Sono state condotte a Parigi “Le Nozze di Cana” di Veronese, i dodici codici di Leonardo Da Vinci e alcuni quadri di Perugino fra cui “Lo sposalizio della Vergine”.
Diverse opere sono state poi riportate in Italia più tardi, da quanto ho saputo, altre sono state fortunatamente trattenute nei musei francesi.

Giornalista: Perché si è incoronato imperatore da solo?

Napoleone: Ho voluto incoronarmi da solo per far sottolineare che io, l’imperatore, sono superiore a tutti, anche al Papa che era partito da Roma per incoronarmi nella cattedrale di Notre Dame a Parigi.
La mia autorità infatti non deriva da nessuno se non da me stesso. Questo per me è un punto fermo.

Giornalista: Perché ha bandito la seconda campagna d’Italia?

Napoleone: L’ho bandita per sottolineare il mio potere sugli stati stranieri dopo la sconfitta in Egitto e le azioni di coalizione contro di me nel 1799. Infatti in questa campagna ho ottenuto molteplici vittorie fra cui quella di Marengo, vittoria che oserei definire epica e che la Francia ha ottenuto grazie alle mie doti di stratega. Per quell’occasione abbiamo addirittura coniato una moneta d’oro a cui abbiamo dato proprio il nome di “Marengo”.
Un momento davvero indimenticabile!
Dopo questa campagna, nel 1802, ho instaurato la repubblica italiana sul territorio della repubblica cisalpina.

Giornalista: Com’è stato essere esiliato? Cosa ha provato?

Napoleone: Dopo la mia abdicazione nel 1814 venni esiliato sull’isola d’Elba nel marzo del 1815 ma riuscii a fuggire e a riprendere il potere. Dopo circa tre mesi di governo fui sconfitto nella battaglia di Waterloo in Belgio nel 1815. A seguito di questo evento venni nuovamente esiliato, questa volta nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico meridionale, sull’isola di Sant’ Elena, un possedimento inglese.
Quella è stata davvero un’esperienza devastante e bene ne ha scritto quel vostro famoso Manzoni. Ho sofferto la solitudine, l’abbandono, la desolazione e avevo solo i miei libri a confortarmi in quegli ultimi giorni.
Poi però è arrivato quel fatale giorno: il 5 maggio 1821.

Giornalista: Sig. Bonaparte che dire, è stato davvero emozionante averla qui con noi. La ringraziamo tanto per aver accettato il nostro invito e speriamo di poterla ospitare di nuovo nel nostro programma.

Beatrice Carugno, Leonardo D'Ippolito, Valeria Tuccio e Simone Baldori
Classe 2 A



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