Caro diario,
oggi ti racconterò le emozioni, i timori e le
speranze che sto provando chiuso in casa in questo momento drammatico che tutta
l’Italia sta attraversando.
Voglio cominciare dall’inizio, era appena
arrivato Gennaio 2020 e si sa che quello è il mese dei buoni propositi, il mese
che tutti aspettano per prendere decisioni importanti, fare cose che non si erano
potute fare l’anno prima come organizzare un viaggio all’estero, iniziare gli
allenamenti in palestra, imparare una lingua nuova… Insomma, le aspettative
sono tante all’inizio di un nuovo anno e tutti noi siamo pieni di entusiasmo.
Ma ecco che dalla Cina, attraverso i TG e i
vari social, abbiamo cominciato a ricevere notizie molto allarmanti; la
popolazione era stata colpita da un virus chiamato Covid-19, un agente molto
aggressivo che stava facendo parecchie vittime. In casa vedevo i miei genitori
preoccupati, a scuola gli insegnanti ne avevano cominciato a parlare e allora
mi sono accorto che si trattava di una faccenda piuttosto seria.
Ogni giorno dalla Cina ci arrivavano immagini
sconvolgenti, nel web si era generato il panico perché erano state rese virali
molte fake news. La Cina si era trincerata per evitare la diffusione dei
contagi e ancora oggi tutto il mercato ne sta risentendo.
Inizialmente avevo pensato che, poiché la
Cina è lontana, noi non avremmo corso alcun pericolo, ma a metà Gennaio è scattato
l’allarme in Lombardia: una grave emergenza sanitaria, gli ospedali al
collasso… il virus era arrivato anche in Italia e stava mietendo centinaia di
vittime tra la popolazione, i medici, i paramedici e gli infermieri.
A scuola ne abbiamo parlato tanto, la
professoressa di Scienze ci aveva affidato un lavoro da fare in gruppi sul
Coronavirus. L’idea mi piaceva, sarei andato qualche pomeriggio a casa dei miei
compagni o sarebbero venuti loro da me. Ci stavamo accordando per lavorarci
quando, il 31 gennaio, il Presidente del Consiglio Conte ha dichiarato la
chiusura dell’Italia affermando che ci sarebbero state delle restrizioni negli aeroporti
e nelle linee ferroviarie in modo da evitare la diffusione del contagio. Nel
frattempo i TG ci parlavano di una grave epidemia e a Marzo, in una conferenza
stampa, il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha decretato la chiusura
delle scuole di ogni ordine e grado e delle Università.
È così che è iniziata quella che nella mia
mente è la “prigionia”. Bisogna stare a casa non si può uscire, in televisione
viene trasmesso continuamente uno slogan dove ci viene indicato il corretto
comportamento da adottare, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie in modo
da evitare il contagio… ci ricordano continuamente di stare chiusi in casa.
Sono molto triste perché quella che fino a ieri era una vita normale, improvvisamente
si è trasformata in una specie di film di fantascienza, solo che è la realtà.
Da quando è arrivata la notizia che la scuola
sarà chiusa fino al 3 Aprile, io trascorro le mie giornate facendo i compiti
tramite le piattaforme online, assistendo alle video lezioni con i prof.,
guardo la tv, gioco con i videogiochi, ma mi annoio tantissimo perché dopo un
po’ ti stanchi di stare dentro casa e vorresti uscire a fare una corsa fuori,
giocare a pallone e altre cose simili ma non si può.
Ora è stata dichiarata la pandemia, adesso
tutto il mondo è coinvolto. A Bergamo ci sono state centinaia di morti, i
sindaci di tutte le città scendono in campo per chiedere aiuti al governo
perché le restrizioni metteranno in ginocchio tutta l’economia. Ogni giorno è
diverso dall’altro e le emozioni che sento in questo periodo sono tante. Sono felice
quando mio padre rientra dal lavoro o mia madre prepara il mio piatto
preferito, provo rabbia quando litigo con le mie sorelle per chi deve usare il
tablet per primo o per quale programma vedere in tv e provo tanta noia perché,
strano ma vero, c'è anche il tempo di annoiarsi. Il momento più felice della
giornata è quello in cui posso chattare con i miei nonni in Calabria o posso
fare delle videochiamate con i miei cugini.
Sono un ragazzo fortunato perché se non ci fosse
la mia famiglia proverei tanta solitudine. Grazie ai miei cari non avverto il
sentimento della paura però sono molto preoccupato per tutte le povere persone contagiate. Io e la mia famiglia stiamo molto attenti
alle cose che portiamo dentro casa, se dobbiamo uscire ci assicuriamo di avere
la mascherina e rispettiamo tutte le regole che ci sono state indicate.
In questo momento sono molto fiducioso nel
sistema sanitario italiano e in quello dei diversi Paesi del mondo perché ho
visto che i contagi sono leggermente diminuiti. Spero quindi che scoprano al
più presto il vaccino contro il Coronavirus e che tutto questo periodo diventi
solo un brutto ricordo.
Riccardo Alessi
Classe 2A
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