Intervista a Jules Verne, uno dei padri della moderna fantascienza


Giornalista: Ci troviamo qui, nell'ufficio del celebre scrittore francese Jules Verne per un'intervista e siamo davvero molto emozionati. “Buonasera egregio sig. Verne, è per noi un onore essere suoi ospiti oggi!”

Verne: “Buonasera a voi e a tutti i lettori del Pascoli Web Journal!”

Giornalista: “Quando e in che modo è iniziata la sua carriera di scrittore?”

 Verne: “La mia carriera ha preso il via insieme a Michel Carré nel lontano 1848, quando iniziai a scrivere dei libretti per operette.
All'età di trentacinque anni, intrapresi l’attività di scrittore. Fu un periodo particolarmente fecondo di fatiche letterarie: sessantadue romanzi e diciassette racconti, per l’esattezza. La mia vena creativa fu davvero feconda e continuò fino al 1905. La passione per la letteratura mi derivò dai miei studi di
retorica e filosofia al liceo di Nantes, ma questo mi procurò un contrasto intenso con mio padre, un avvocato che avrebbe voluto tramandare attraverso di me la sua professione.”

Giornalista: “Come trascorse il periodo da lei chiamato “nero”?”

Verne: “Quel periodo della mia vita fu davvero drammatico e ne uscii molto provato. Fui costretto a subire gravi lutti, tra cui la perdita di persone a me molto care. Tra queste, mi preme ricordare anche il mio editore Hetzel.
In quello stesso periodo fui vittima di una destabilizzante nevrosi, dovetti affrontare situazioni familiari particolarmente difficili e complesse sia come marito che come padre. Nel 1857 sposai la ricca vedova Honorine Morel, ma devo confessare che non fu un matrimonio molto felice. Inoltre, mio figlio Michel Jean Pierre Verne, un ragazzo che ho sempre molto amato, finì in riformatorio e questo fatto mi procurò un dolore immenso. La sorte avversa non si limitò a questo perché a causarmi altra sofferenza fu il tentativo di omicidio che contro di me organizzò mio nipote Gaston, un giovane purtroppo affetto da importanti disturbi mentali.
Oltre a ciò, ebbi una paralisi alle gambe che mi costrinse a condurre il resto della mia vita su una sedia a rotelle. Ammetto che furono esperienze davvero devastanti per me, ma credo che lo sarebbero per chiunque.”

Giornalista: “Siamo molto dispiaciuti per lei, ma tutto il mondo la conosce anche e soprattutto come grande scrittore e proprio su questo tema vorremmo ritornare. Ci può raccontare della saga ''Viaggi Straordinari''?

Verne: “Certamente, è un piacere per me. Come ho già detto, scrissi 62 romanzi e 18 novelle. Tra questi, forse quello che considero il più intrigante è il romanzo ''Cinque settimane in pallone''.  L’ho pensato ispirandomi alle imprese del mio grande amico e fotografo Nadar il quale, non molto tempo prima, aveva costruito un enorme pallone aerostatico.”
                                          
Giornalista: “In confidenza sig. Verne, potrebbe dire ai nostri lettori quali sono i romanzi da lei scritti e che più le piacciono?”                                                                    
Verne:  “Tra le mie numerosissime opere, i più importanti ovvero quelli che più mi piacciono sono: Viaggio al centro della Terra, Dalla Terra alla Luna, L'isola misteriosa, Ventimila leghe sotto i mari e Il giro del mondo in ottanta giorni. Sono considerati, ormai da molto tempo, dei classici della narrativa per ragazzi ed io ne consiglio la lettura a tutti i giovani allievi della vostra scuola. Leggere significa fare a se stessi un dono di incommensurabile valore, sotto molti aspetti. È una pratica che consiglio di non perdere mai nella vita.”                                                                              
Giornalista: “Ed ora, sig. Verne, vorremmo porle un’ultima domanda... sente che le generazioni future si appassioneranno ai suoi libri così tanto da stimolare i registi internazionali a trarne dei film?”
Verne: “Non saprei risponderle perché confesso di non avere una buona conoscenza delle mode e degli interessi della gioventù del terzo millennio, ma spero proprio che ai ragazzi piacerà ancora leggere “L'isola Misteriosa” e tutti gli altri libri che ho scritto. Spero che non vi dimentichiate mai di me e del mio lavoro perché esso è un dono anche per voi.”
Giornalista: “La nostra intervista si conclude qui. Grazie infinite sig. Verne, per la disponibilità e il tempo che ci ha concesso.”
Verne: “Grazie a voi ragazzi e in bocca al lupo per i vostri studi!”

Elisa Cimaroli e Sara Gastaferro
Classe 2A



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