… Appena
entrati alla mostra, un personaggio dal viso molto familiare ci ha
accolti con il sorriso: “Salve a tutti! Mi chiamo Claude Monet e
oggi sono qui per farvi vedere alcune delle più importanti opere
degli impressionisti. Questi sono i vostri auricolari e io vi parlerò
attraverso questo microfono. Seguitemi ed inizieremo subito il giro.”
Detto
ciò, ci siamo incamminati verso la prima sala: “Ecco ragazzi,
mettetevi intorno a me e inizierò a spiegarvi questo primo quadro. È
stato dipinto da me e l’ho chiamato Impression,
Soleil Levant. Ricordo
ancora quando l’ho realizzato: ero affacciato alla finestra del mio
hotel, l’Amirautè.
Ho voluto rappresentare il porto di Le Havre avvolto nella bruma al
sorgere del sole. Come potete vedere, il disegno non è preciso, per
rappresentarlo mi sono bastate poche pennellate. L’ho dipinto nel
1872 ed è ad olio su tela”.
Mi
sono fermata ad ammirare quel bellissimo quadro. È vero, non era
preciso, ma lo trovavo molto affascinante. Ho chiesto a Monet: “Mi
scusi signor Monet, ma cosa c’è in mare?”. Lui ha risposto:
“Quella è una barca di pescatori. Quel giorno erano tornati molto
stanchi dalla loro intensa giornata di pesca. Nello sfondo, un porto.
In quel periodo le industrie si sono sviluppate moltissimo in Francia
e ce n’era una proprio davanti al porto. Potete fare un po’ di
foto e poi vi farò vedere il secondo dipinto.”
Ci
siamo diretti verso la seconda stanza. “Wow!!!” abbiamo esclamato
tutti per la meraviglia. Monet ci ha fatto mettere in semicerchio
davanti ad un altro quadro: “Bene ragazzi, adesso passiamo a
questo. Anch’esso dipinto da me, è stato realizzato intorno al
1886. Ho rappresentato una donna mentre passeggiava su un prato
fiorito. Me la ricordo ancora: aveva un ombrellino verde e al collo
una sciarpa. Si chiamava Suzanne. In questo dipinto l’ho
rappresentata in movimento, e sullo sfondo possiamo notare il cielo
azzurro con tante nuvole simili a batuffoli”, disse Monet indicando
il quadro. Poi aggiunse: “Il suo ombrello e la sua sciarpa vengono
mossi dal vento, così come l’erba. Il prato fiorito è il secondo
protagonista dello sfondo colorato.” Siamo rimasti stupiti da quel
quadro, era davvero bello!
Ci
siamo avviati nelle altre sale della mostra e Monet ci ha parlato
della figura femminile ai suoi tempi: “Sapete ragazzi, inizialmente
le donne non venivano incluse nell’ambito artistico, ma verso la
seconda metà del XIX secolo il loro numero crebbe notevolmente.
L’Ottocento è inoltre un secolo molto importante per le donne: le
riforme scolastiche, il suffragio femminile, l’inserimento nel
mondo del lavoro. Le donne prendono coscienza della propria
condizione sociale e sono più motivate nella lotta per i loro
diritti. La donna artista non deve quindi più nascondersi, ma può
uscire allo scoperto mettendo in gioco se stessa e la sua bravura.
Uno dei simboli più significativi di questo periodo è certamente
l’atelier: possedere uno studio non è più solo un privilegio
maschile. Sull’onda dell’interesse delle donne verso l’arte,
crescono moltissime scuole di pittura per loro, fino ad arrivare a
vere e prestigiose accademie. Tra le più importanti, conosciamo la
Royal Academy di Londra”.
Finito
il giro, siamo tornati all’entrata del Palazzo Bonaparte e ci siamo
salutati: “Bene ragazzi, il nostro tour finisce qui, spero vi sia
piaciuto”, disse Monet sorridendo. “Sì!!!” abbiamo risposto
tutti in coro. “Arrivederci, Signor Monet e grazie per averci fatto
da guida!”. Siamo tornati nella piazza, dove ci aspettava il
pullman. È stata proprio una bella gita!
Elisa
Terra 3G
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