15 novembre 1900. Notizie da Ellis Island

 

Ellis Island, 15 novembre 1900

Caro padre,

sono io, Eva.

Ti chiederei come stai se non fosse che lo so già, altrimenti io, Gianmarco, Ines, Pierluca e Gino non saremmo partiti.

Nonostante i pochi soldi rimasti, siamo riusciti a mandare Ines e Pierluca in Argentina. Ho dato loro una lettera con tutte le informazioni per costruirsi una nuova vita e trovare un lavoro.

Gianmarco, Gino e io, invece, siamo andati in America del Nord con l’obiettivo di lavorare sodo e mettere da parte un discreto gruzzoletto per poter raggiungere Ines e Pierluca.

Il viaggio è stato orribile; eravamo stipati nella terza classe come bestie da macello.

È incredibile che non ci siamo presi un grave malanno e ho sperato per tutto il tempo che la grazia divina ci continuasse ad aiutare.

Ora, però, devo comunicarti una notizia estremamente grave.

Sai che non amo i giri di parole, come io so che neanche tu li apprezzi, per questo sarò concisa.

 

Gino è morto.

 

Il viaggio stava andando relativamente bene. Ines e Pierluca, da quello che sapevo, dovevano essere appena arrivati in Argentina mentre io, Gianmarco e Gino eravamo quasi giunti in America del Nord. Ci mancava così poco per riavere una vita, per poter guadagnare qualcosa, ci mancava così poco per poter riabbracciare Piero e Ines, ci mancava così poco...

E poi è successo.

Come un fulmine a ciel sereno.

Ellis Island

L’inizio della tragedia.

Avevamo quasi superato i controlli di quell’orribile luogo quando è successo l’irreparabile. Gino aveva contratto la tubercolosi.

Gianluca e io siamo rimasti accanto a lui fino alla sua ultima ora, per quanto ci fosse concesso.

Siamo rimasti su Ellis Island per quasi un mese a causa dei controlli. Siamo giunti in uno dei quartieri detti Little Italy, dove abbiamo lavorato e lavorato fino a farci del male, ma poco importava visto che eravamo ancora più determinati al raggiungimento del nostro obiettivo.

E con nostra somma gioia posso affermare che adesso ci troviamo in viaggio per quel paese tanto agognato: l’Argentina.

Sappi che lavorerò sodo, mi creerò una vita e cercherò di essere felice. Per te, padre, e per Gino.

Cercherò di essere felice anche per lui.

Con tutto l’affetto,

Tua figlia Eva





 

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